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I cervi e la malaria

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Negli Stati Uniti il parassita della malaria sta infettando e uccidendo i cuccioli di cervo americani

Secondo nuove ricerche, la malaria è ormai molto comune tra i cervi che vivono in Nord America: il parassita che causa questa malattia negli animali, ma non negli umani, attacca sia gli esemplari adulti che i cuccioli. Il punto è che, mentre molti animali riescono a debellare questa infezione e ad eliminare il batterio, i cuccioli di cervo non ci riescono molto spesso e, infatti, come hanno scoperto i ricercatori, quando ne sono infetti hanno molte meno probabilità di sopravvivere al loro primo anno di vita.

Secondo quando riportato sulla rivista «mSphere», i campioni di sangue raccolti da 33 cerbiatti allevati in una fattoria in Florida hanno rivelato che circa il 21% di questi giovani cervi risultava positivo ai microscopici parassiti della malaria, senza che potesse essere è chiaro se i cerbiatti fossero stati infettati dalle zanzare o dalle loro madri. Ne è risultato inoltre che dei cerbiatti infettati, quelli che erano stati infettati più da cuccioli avevano il 50% delle possibilità di morire.

Gli scienziati hanno identificato più di 600 parassiti che causano la malaria e possono essere diffusi da mosche che mordono roditori, pipistrelli, uccelli, primati e altri vertebrati – fortunatamente, solo cinque di questi 600 parassiti infettano la gente.

L’attenzione dei ricercatori si è concentrata sul Plasmodium odocoilei, che è stato trovato nei cervi dalla coda bianca già nel 1967 e, adesso, i ricercatori stanno lavorando per cercare di capire come questo parassita si sia evoluto e diffuso tra questi animali, che sono appunto prevalenti nel Nord America.

Sequenziando il genoma del P. odocoilei ed esplorando il ruolo del parassita nella mortalità dei cervi, lo studio spera di aprire nuove opportunità per studiare questa malattia che – è bene ricordarlo – provoca ancora, ogni anno, più di 400.000 morti in tutto il mondo, di cui il 70% sono bambini di età inferiore ai 5 anni.

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