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In protesta per i diritti digitali

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A Washington gli attivisti lottano contro la sorveglianza del riconoscimento facciale

Tre attivisti con telecamere montate sulla testa hanno scansionato i volti di oltre 13.000 persone a Washington, durante una protesta per i diritti digitali, organizzata dal gruppo Fight for the Future.

«Probabilmente, questo dovrebbe essere illegale», ha detto l’attivista Evan Greer, vicedirettrice di Fight for the Future, in un comunicato stampa, «ma fino a quando il Congresso non interverrà per vietare la sorveglianza del riconoscimento facciale, è terribilmente facile per chiunque – un agente governativo, una società o semplicemente un inquietante stalker – condurre un monitoraggio biometrico e violare i diritti di base su vasta scala».

Fight for the Future ha trasmetto in livestreaming la protesta, durante la quale c’era un conteggio del numero di facce che venivano scansionate dai tre attivisti, vestiti con tute anti-radiazioni e con in testa una telecamera che utilizzava il controverso software di Amazon Rekognition.

I manifestanti hanno preso di mira in particolare le aree intorno a Capitol Hill, sede del governo, dove speravano di identificare lobbisti, giornalisti e membri del Congresso. Alla fine, sono riusciti a scansionare 13.740 volti, 25 dei quali appartenevano a lobbisti, 7 a giornalisti e 1 era quello del rappresentante democratico della California Mark DeSaulnier.

Chiunque fosse in quel quartiere di Washington il 14 novembre può caricare una foto di se stesso sul sito Scan Congress dell’associazione per vedere se gli attivisti hanno scansionato il suo viso – il gruppo eliminerà quelle foto, così come i dati biometrici raccolti, entro due settimane.
Chissà se questa protesta servirà a qualcosa.

 

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