Metodi di eliminazione delle eccedenze radioattive

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I funzionari giapponesi che si occupano di gestire i resti della centrale di Fukushima non sanno più dove mettere l’acqua radioattiva

I funzionari che sovrintendono ai resti della centrale nucleare di Fukushima Daiichi in Giappone hanno un problema molto spinoso da risolvere: stanno esaurendo lo spazio per immagazzinare l’acqua radioattiva.

A settembre, avevano detto che sarebbe potuto succedere di vedersi costretti a scaricare l’acqua contaminata nell’oceano e questa soluzione – che sembrava solo qualcosa di lontano e allarmante – sta invece diventando rapidamente diventando la soluzione più probabile, visto che secondo il quotidiano coreano The Hankyoreh le uniche opzioni sul tavolo sono: o scaricare l’acqua nell’oceano o farla evaporare in modo che entri nell’atmosfera o una combinazione di entrambe le soluzioni.

Il governo giapponese sta cercando di minimizzare il potenziale impatto ambientale di uno scarico nell’oceano, riferendosi attentamente all’acqua radioattiva come «processata», secondo The Hankyoreh, ma gli esperti di energia nucleare stanno dicendo da mesi che eliminare queste eccedenze radioattive tramite lo scarico dell’acqua è troppo pericoloso – suggerendo, quindi, che il governo sta perseguendo una soluzione rapida e semplice piuttosto che una più sicura o meno dannosa.

Di tutta risposta, il governo ha detto di aver già escluso altri metodi di contenimento dell’acqua radioattiva, come per esempio lo stoccaggio sotterraneo. E secondo The Hankyoreh, annunci come questo indicano che la nazione ha già deciso di procedere verso l’altra soluzione.

Questo significa che, a meno che non venga elaborato un piano migliore o più semplice, il Giappone scaricherà nel Pacifico 1,7 milioni di tonnellate di acqua contaminata in un futuro non così lontano.

 

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acqua radioattiva, giappone, inquinamento, Oceano

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