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Il falò di Burberry

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Il noto marchio ha bruciato più di 30 milioni di Euro di capi di stock per evitare che entrassero nel mercato della contraffazione

Ha fatto scalpore il gesto di Burberry che ha bruciato quasi 32 milioni di Euro di vestiti e cosmetici nell’ultimo anno con lo scopo di «proteggere la proprietà intellettuale e prevenire la contraffazione illegale assicurando che la catena di approvvigionamento rimanga intatta» – così ha detto la compagnia. 

Eppure, nonostante questa spiegazione, il gesto rimane scioccante.

A quanto scrive il giornale «The Guardian», quello che i marchi di moda non ammettono è che preferiscono bruciare i loro invenduti invece di venderli a prezzo ridotto perché questo è un rischio per i loro affari. Ci sono resoconti di H&M e della Nike che tagliano, letteralmente, la loro merce invenduta per impedirgli di entrare nel mercato contraffatto, così come il produttore di orologi di lusso Richemont o il marchio di moda Céline.

Una pratica questa, insomma, che, per quanto possa sembrarci assurda, fa assolutamente parte delle dinamiche che girano intorno alla moda, che è un’industria notoriamente indifferente sia per quello che concerne il benessere dei suoi lavoratori – in termini di ore lavorate, retribuzioni ricevute e condizioni di lavoro non sicure – sia verso gli uomini e il pianeta, non preoccupandosi di quanto li stia danneggiando con questo modo di fare usa&getta, produci&brucia. Come sappiamo, il dispendio energetico per la produzione dei beni è talmente forte che bruciarli senza scampo vuol dire buttare nel cesso le risorse che sono state usate per crearli.

Burberry ha cercato di salvarsi dalla polemica dicendo che aveva lavorato con aziende specializzate per sfruttare l’energia del processo di distruzione in modo da renderlo ecologico, ma questo non ha cambiato il fatto che milioni e milioni di Euro di abiti perfettamente indossabili sono stati inceneriti.

A quanto dicono alcuni, potrebbe addirittura aver infranto la legge ambientale britannica, facendolo. Staremo a vedere cosa succederà.

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