Il 2016 sarà l’anno più caldo di sempre

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Secondo un’agenzia dell’Onu stiamo vivendo ind diretta il surriscaldamento globale

Stiamo vivendo l’anno più caldo della storia secondo gli scienziati dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (Wmo) che hanno presentato uno studio preliminare in vista della Cop22 sul clima che si terrà a Marrakech.

La media mondiale, ne periodo gennaio-settembre, è stata di 1,2 gradi superiore al periodo preindustriale. E a conferma che stiamo vivendo un periodo di cambiamento c’è il fatto che il precedente record apparteneva al 2015…

Sempre nella stessa occasione è stato presentato uno studio sulle emissioni globali di CO2: risultano rimaste stabili negli ultimi tre anni a fronte di una crescita delle economie. Questo studio, pubblicato sulla rivista Earth System Science Data ci fa sperare in un sistema economico più pulito, anche se non si può parlare di svolta, come spiegano gli esperti: “E’ una grande notizia quella che le emissioni di CO2 sono rimaste stabili negli ultimi tre anni ma è troppo presto per affermare che il picco sia stato raggiunto”, afferma il coautore dello studio Glen Peters, del Centro di Ricerca Internazionale sul Clima e l’Ambiente di Oslo.
Riassumendo, negli ultimi anni, a fronte di una crescita mondiale del il del 3%, si è registrata una crescita delle emissioni dell’1%.
“È difficile dire se il rallentamento sia a causa di una ristrutturazione di successo e lineare dell’economia cinese o un segno di instabilità economica”, spiega Peters. “Tuttavia – avverte – l’imprevista riduzione delle emissioni cinesi dà la speranza che il più grande emettitore mondiale possa raggiungere obiettivi ancora più ambiziosi”.

Pe quanto riguarda gli Stati Uniti, bisogna ricordare che il declino del carbone ha avuto un impatto positivo: “Vale la pena notare che eolico, solare e gas continuano a sostituire il carbone nella produzione di energia elettrica degli Stati Uniti. I piani di Trump di rivitalizzare il settore del carbone potrebbero non essere in grado di contrastare le forze di mercato esistenti”, conclude Peters.

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