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Il Sahara nutre l’oceano Atlantico

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La scoperta è stata fatta grazie alla rete satellitare ‘Envisat’, dell’Agenzia spaziale europea. Il plankton dell’oceano Atlantico si nutre della polvere del deserto del Sahara, trasportata a migliaia di chilometri dalle correnti atmosferiche

Tra la polvere e la sabbia del Sahara trasportata dai venti e il plankton dell’oceano atlantico c’é un rapporto più diretto di quel che si pensa comunemente, come provano le ultime immagini riprese da Envisat, ’sentinella del clima’ dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea. La polvere dal deserto del più grande del mondo, che comprende circa 8,6 milioni di kmq, può essere trasportata per migliaia di chilometri dalle correnti atmosferiche.

Grandi concentrazioni di polvere possono essere trovati nell’Atlantico tropicale e nei Caraibi. La polvere originata dalle frequenti tempeste di sabbia sahariane contiene molte sostanze nutrienti, tra cui azoto, fosforo e ferro, che agiscono come un fertilizzante e stimolare le fioriture massicce di plankton, come si può vedere nelle immagini ripresa da Envisat e pubblicate sul sito Internet dell’Esa.

Nelle immagini le fioriture plankton sono visibili nell’Atlantico come turbinii blu e verde, con tonalità che variano verso il marrone in base ai sedimenti in acqua. Il planKton, microscopiche piante marine che si spostano sul o in prossimità della superficie del mare e che sono l’alimento di base su cui tutte le altre forme di vita marina dipende, contengono clorofilla e pigmenti in grado di convertire i composti inorganici, come l’acqua, azoto e carbonio, in materiali organici.

Con la loro capacità di "digerire" questi composti, rimuovono l’anidride carbonica presente nell’atmosfera come le piante terrestri. E la clorofilla che utilizzano per la fotosintesi tinge il colore delle acque dell’oceano circostante, permettendone il rilevamento dallo spazio attraverso i sensori satellitari dedicati, come il Medium Resolution Imaging Spectrometer (MERIS) di Envisat

(VG)

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Envisat, Esa, Oceano, Sahara

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