Ecoinvenzioni: il drone che rileva radiazioni e inquinamento

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Il nuovo drone inventato dalla studentessa peruviana Monica Abarca, è il primo velivolo a pilotaggio remoto in grado di individuare sia le radiazioni che le particelle nocive nell’aria

 

Un drone capace di rilevare l’inquinamento atmosferico e radioattivo. E’ questo, in sintesi, l’interessante progetto proposto dalla giovane studentessa peruviana Monica Abarca, che ha portato alla creazione del primo velivolo a pilotaggio remoto in grado di individuare sia le radiazioni che le particelle nocive nell’aria.

Il nuovo drone, progettato totalmente da zero presso la Pontificia Università Cattolica del Perù (PUCP), è composto, in particolare, da sensori che sono in grado di rilevare l’inquinamento atmosferico grazie ad una serie di algoritmi molto sofisticati. Grazie ad una struttura molto leggera, il nuovo velivolo riesce inoltre a pesare, complessivamente, meno di tre chili e può salire fino a 500 metri sul livello del mare, con un’autonomia di circa 10 minuti.

Il nuovo drone antinquinamento, premiato nell’ambito della ‘Global Impact Competition’ (un concorso in Perù dedicato alle tecnologie per migliorare la vita e la salute delle persone), potrà ovviamente essere impiegato in diversi settori, come ad esempio il settore minerario- metallurgico od eventuali zone a rischio inquinamento radioattivo.

I droni infatti, possono sostituire le stazioni fisse di monitoraggio dei contaminanti, poiché sono in grado di coprire aree più vaste, oltre ad essere, ovviamente, strumenti di rilevazione molto più dinamici. In questo modo, grazie al velivolo della Abarca, si potrà esaminare una superficie molto più ampia, e quindi rilevare se l’aria contaminata sta mettendo a rischio la salute di una determinata comunità residente nei pressi di una miniera o vicino una centrale nucleare.

Attualmente, il progetto della studentessa, nato come tesi di laurea in ingegneria meccanica, sarà portato a termine e migliorato dalla stessa Abarca all’interno della Singularity University nella Silicon Valley, in California. Nel tempio dell’innovazione californiano, verrà quindi sviluppata una seconda versione del drone, che aumenterà la sua autonomia di volo di circa mezz’ora e consentirà l’integrazione di una fotocamera nel dispositivo. Per maggiori informazioni è possibile consultare questo sito.

gc

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