Tinte e cancro

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La scienza conferma un legame tra tinte per capelli e insorgenza di alcuni tumori

Non tutti amano i capelli grigi o brizzolati. Per questo, negli anni, sono state formulate decine di tinte, con e senza ammoniaca. Un articolo pubblicato su Natural Health 365 ha putroppo rivelato che le sostanze chimiche sintetiche utilizzate nelle colorazioni per capelli possono rendere le donne molto più vulnerabili a diversi tipi di cancro.

Nel mondo, almeno una donna su tre utilizza quotidianamente tinte per i capelli. A farne uso non solo le donne mature, ma anche ragazzi e ragazze. Si tratta di una moda che ha radici antiche. Fin dagli albori della civiltà, infatti, gli uomini hanno colorato i loro capelli con pigmenti naturali, come hennè.

Al giorno d’oggi, però, le tinture per capelli si fondano su ingredienti sintetici. Questi composti sono quasi sempre tossici per gli esseri viventi, specialmente se utilizzati per lunghi periodi di tempo: sono noti per aumentare il rischio di escrescenze cancerogene nella vescica, nel seno e nei reni. Possono anche aumentare il rischio di leucemia, linfoma e altri tumori del sangue.

Uno dei “peggiori” ingredienti è la p-fenilendiamina (PPD), causa di asma, dermatiti, gastriti, tremori e vertigini. Irrita gli occhi, può causare disfunzioni dei reni e problemi del sistema nervoso.

La PPD non è l’unica sostanza cancerogena. Una singola tinta può contenere fino a 5.000 diversi prodotti chimici. Molti di loro, come l’ammoniaca e l’acetato di piombo, causano importanti “effetti collaterali”.

Attraverso i 30 minuti di somministrazione, infatti, entrano nel cuoio capelluto e vengono trasportati dai vasi sanguigni in tutto il corpo.

Le tinte più dannose sono quelle permanenti, dal momento che utilizzano agenti chimici che reagiscono con il perossido di idrogeno.

Uno studio del 2009 dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha scoperto che, oltre ai clienti, anche i parrucchieri che hanno lavorato frequentemente con le colorazioni sono diventati più vulnerabili al cancro della vescica, alla leucemia e al linfoma.

Spaventati? Per fortuna ci sono ottime alternative, come l’hennè

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