Riapre la stagione venatoria: l’Europa ci osserva

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Sui calendari e sul divieto di caccia degli uccelli migratori l’Italia è sorvegliata dall’Europa

Domenica 20 settembre ha riaperto la stagione della caccia, anche se in realtà ci sono state delle preavvertire in alcune regioni.

Per lo meno da quest’anno è stato introdotta un nuova normativa, inserita nell’articolo 21 della legge europea sulla caccia che proibisce la cattura di uccelli da utilizzare per i richiami vivi con i mezzi vietati dalla Direttiva Uccelli, tra cui reti, trappole e vischio. Ci si avvia così al superamento di questa pratica barbara. Tuttavia una legge non basta a tirare un sospiro di sollievo: mancano dei piani di gestione, ci sono ancora casi di bracconaggio e le regioni fanno ancora molte concessioni che il WWF considera scandalose.

E l’Europa non guarda di buon occhio il nostro paese quando si tratta di caccia: ‘continuano ad arrivare procedure di infrazione e condanne per il mancato rispetto della Direttiva 2009/147/CE sulla conservazione degli uccelli selvatici’, spiega il WWF.

Alcuni timidi segnali positivi arrivano, come la decisione del Governo di chiudere anticipatamente l’attività venatoria il 20 gennaio per alcune specie migratrici come i tordo bottaccio, cesena e beccaccia. Ma anche in questo caso si tratta di adeguamento alle regole comunitarie.

Il tema degli uccelli migratori vede da tempo l’Europa tenere il nostro paese sotto sorveglianza, infatti secondo la Commissione europea ’19 specie di uccelli in stato di conservazione non favorevole sono cacciate in Italia in assenza di piani di gestione /conservazione e che 9 specie di uccelli sono cacciate in Italia in fase di migrazione prenuziale (…)’

Per questo  Sui calendari venatori e l’elenco di specie cacciabili, il WWF chiede al Governo di intervenire e mettere in atto quel potere sostitutivo straordinario in materia di attività venatoria  (previsto dall’ art. 8 comma 4, Legge 5.6.2003 n. 131), con cui il Governo può e deve prendere, al posto delle regioni, quelle decisioni  che le stesse   continuano  a non attuare, e che l’Europa ci chiede e  ci impone.

Il Costa Rica ha risolto il problema alla radice vietando la caccia.

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