Fermiamo il TTIP: il trattato Europa-Usa potrebbe danneggiarci

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È partita una campagna per fermare il TTIP: in ballo ci sono i diritti dei cittadini europei, secondo la rete di associazioni coinvolta

Quasi 400 organizzazioni, tra le quali Greenpeace, hanno lanciato una campagna contro il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), un accordo commerciale e di libero scambio che stanno negoziando Unione Europea e Stati Uniti d’America.

La campagna infatti è rivolta ai parlamentari europei e chiede lo stop dei negoziati, i quali, secondo le organizzazioni, oltre a non essere pubblici, potrebbero avere un grave impatto sui diritti dei cittadini.

Nel trattato sono in ballo molte istanze, dalla tutela dell’ambiente fino ai diritti dei lavoratori, passando per la tutela degli standard alimentari e l’accesso pubblico all’informazione.

Secondo i sostenitori del trattato, al contrario, questo faciliterebbe i rapporti commerciali tra Europa e Stati Uniti, portando opportunità economiche, sviluppo, aumento delle esportazioni e dell’occupazione.

Purtroppo si tratta di negoziati segreti e per questo motivo hanno ricevuto molte critiche sin dall’inizio. Nel 2013 il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e l’allora presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, dopo più di dieci anni di lavori di avvicinamento, avviarono ufficialmente i negoziati sul TTIP.

Ecco i dieci punti sollevati dalle associazioni:

1. Trasparenza subito: tutti i documenti relativi ai negoziati TTIP, incluse le bozze dei testi consolidati, devono essere resi pubblici per permettere un dibattito pubblico aperto e un esame critico sul TTIP.

2. Un processo democratico che permetta un’analisi puntuale ed una valutazione dei testi negoziali e che assicuri che le politiche adottate siano nel pubblico interesse; che coinvolga il Parlamento Europeo e venga dibattuto nei parlamenti nazionali; e che includa le organizzazioni della società civile, i sindacati e i gruppi portatori dei diversi interessi (stakeholders).

3. No all’ISDS: qualunque disposizione che includa meccanismi di risoluzione di controversie investitore-stato (Investor State Dispute Settlement – ISDS) deve essere tenuta fuori per sempre dai negoziati né possono essere inclusi altri meccanismi (introdotti indirettamente attraverso accordi commerciali preesistenti o successivi) che garantiscano privilegi agli investitori esteri.

4. No ad un consiglio di cooperazione normativa (regulatory cooperation council): tutti i meccanismi di regolamentazione devono essere interamente nelle mani di organismi e processi controllati democraticamente.

5. No alla deregolamentazione di standard di salvaguardia e al servizio del pubblico interesse: gli standard UE devono essere rispettati non “armonizzati” al ribasso al livello del minimo comun denominatore. Essi comprendono gli standard sociali e lavorativi, la tutela dei consumatori e della salute, la cura dell’ambiente inclusa la rigenerazione delle nostre risorse naturali, il benessere animale, gli standard di sicurezza alimentare e le pratiche agricole ambientalmente sostenibili, accesso all’informazione ed etichettatura, cultura e medicina, regolamentazione del mercato finanziario così come la protezione dei dati, la neutralità della rete e altri diritti digitali. Il mutuo riconoscimento non è accettabile quando compromette standard concordati democraticamente o forti salvaguardie. Il principio di precauzione va applicato estesamente.

6. No a un’ulteriori deregolamentazione e privatizzazione dei servizi pubblici. Chiediamo un accesso garantito ad un’istruzione di qualità, assistenza sanitaria e altri servizi pubblici e il diritto a scegliere di promuovere appalti pubblici governativi per beni e servizi che sostengano il lavoro e l’economia locali, le risorse locali, l’imprenditorialità sociale, economie sostenibili, la considerazione per gli aspetti sociali e al servizio del pubblico interesse.

7. La promozione di pratiche agricole ambientalmente sostenibili e tutela dell’agricoltura locale a conduzione familiare.

8. Le autorità pubbliche devono mantenere il potere politico e le strutture necessarie per proteggere

Uno dei pericoli è che possano saltare tutte le nostre norme per la sicurezza alimentare.

a.po

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