L’Italia consuma troppo suolo secondo il rapporto Ambiente Italia 2011

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Troppo suolo consumato, poca pianificazione, abusivismo diffuso, eccessiva emissione di CO2 e perdita di valore di tanti paesaggi. La malattia dell’Italia sta peggiorando: ecco la denuncia di Legambiente

Sono 500 i chilometri quadrati di territorio che ogni anno vengono consumati in Italia: solo negli ultimi 15 anni il consumo di suolo è drammaticamente aumentato, raggiungendo una superficie stimata equivalente a quella di Puglia e Molise messi insieme, pari a 2.350.000 ettari. Ben il 7,6% del territorio nazionale è urbanizzato, ed è come se ogni quattro mesi spuntasse una metropoli grande come l’area urbanizzata di Milano: l’allarme arriva dall’annuale rapporto di Legambiente sul consumo di suolo, “Ambiente Italia 2011”, che fotografa l’Italia come un paese costellato da situazioni problematiche, soprattutto a causa della crisi recente, ma con grandi possibilità di ripresa. Quantificare il fenomeno non è cosa semplice: le banche dati sono di natura diversa e poco aggiornate, e, inoltre, pesano una carenza di pianificazione e un forte abusivismo edilizio. Nel 2010 tra le regioni italiane quella con maggiore superficie artificiale rispetto alla propria estensione è la Lombardia (14%), dietro la quale si trovano Veneto (11%), Campania (10,7%), Lazio ed Emilia Romagna (9%). Il rapporto fornisce anche utili informazioni su altre questioni chiave come energia, agricoltura biologica, tutela delle risorse naturali e foreste, mobilità, rifiuti urbani e inquinamento. Secondo quanto dichiarato dal presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, “La crescita di questi anni, senza criteri o regole, è tra le ragioni dei periodici problemi di dissesto idrogeologico e tra le cause di congestione e inquinamento delle città, dell’eccessiva emissione di CO2 e della perdita di valore di tanti paesaggi italiani. Tutto ciò ha inciso sulla qualità dei territori, producendo dispersione e disgregazione sociale. Occorre fare come negli altri paesi europei dove lo si contrasta attraverso precise normative di tutela e con limiti alla crescita urbana, ma anche con la realizzazione di edilizia pubblica, per chi ne ha veramente bisogno, e interventi di riqualificazione e densificazione urbana, fermando così la speculazione edilizia”.

(Fla.Do.)

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