Consumo di frutta fresca per i neonati? E’ guerra tra i pediatri

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Due associazioni dei pediatri si trovano contrapposte su un tema importantissimo: è bene dare la frutta e la verdura fresca ai bimbi neonati? Questa battaglia ricorda tanto la polemica tra Barilla e Plasmon sui prodotti e sui pesticidi. Ma il Ministero della Salute interviene per tranquillizzare tutti

 
Consumo di frutta e verdura fresca per i neonati? Si può fare o è pericoloso per la salute dei nuovi nati? Gli attori di questa storia sono due: la FIMP (Federazione italiana medici pediatri) e l’ACP (l’associazione culturale pediatri). Due organizzazioni che raccolgono i pediatri italiani, ma che – mai come oggi – si trovano in “guerra”. Il motivo? Presto detto. Qualche giorno fa la FIMP ha diramato un comunicato (con dichiarazione del presidente Giuseppe Mele) in cui metteva in guardia dai rischi per le famiglie europee di essere raggiunte “da messaggi che tendono a presentare come ‘baby food’ cibi e alimenti sui quali non esiste chiarezza tossicologica e scientifica”.
 
 
Tra questi, secondo la FIMP, ci sarebbero – in primis – la frutta e la verdura fresche. Un’idea veicolata attraverso un depliant distribuito negli studi pediatrici e – addirittura – affisso in alcuni reparti ospedalieri, che recita: “Il 50% della frutta fresca contiene livelli di pesticidi non idonei all’alimentazione infantile” e “il 35% del grano in Italia contiene residui di pesticidi troppo elevati per l’alimentazione infantile”.
 
 
Insomma, secondo la FIMP ai nostri bambini sarebbe meglio dare da mangiare prodotti per l’infanzia industriali, come pappe e omogeneizzati. Apriti cielo. I primi a insorgere sono stati quelli dell’ACP, a ribadire l’importanza nell’alimentazione di un neonato della frutta e della verdura fresche. E a denunciare come la campagna di “disinformazione” della FIMP celi qualcosa di strano: “L’associazione – secondo i vertici dell’ACP – parla come organo scientifico, ma nei toni e nella sostanza riporta quanto affermato da una nota campagna pubblicitaria del marchio leader del baby food in polemica con un’altrettanto marca leader di prodotti alimentari”.
 
 
Da lì una deduzione: “inutile girarci intorno la guerra è quella tra Plasmon e Barilla”. Brutti sospetti. E nel frattempo, per cercare di mettere le cose in chiaro, sono intervenuti ben due ministeri. Quello della Salute, a puntualizzare come “gli organi competenti del ministero della Salute e delle Regioni effettuano controlli costanti sulla frutta, la verdura e i cereali. L’attenzione e la vigilanza sui prodotti destinati all’infanzia è massima”.
 
 
E quello delle Politiche agricole a precisare come “il consumo della frutta e della verdura fresca è la migliore pratica alimentare che possa essere consigliata sia per gli adulti che per i bambini”. Quanto alla possibile presenza di pesticidi, denunciata dalla FIMP, il Mipaaf chiarisce senza mezzi termini: “La percentuale dei campioni sui quali si rilevano i limiti al di sopra di quelli consentiti dalla legge si attesta ben al di sotto dell’1%, contro una media europea che si aggira intorno al 3,5%. La frutta, la verdura e i cereali italiani sono di qualità eccellente anche in virtù delle tecniche di produzione utilizzate dai nostri agricoltori, rispettose dell’ambiente e della salute dei consumatori”. Di sicuro la storia non finisce qui.
 
 
 
Giacomo Gallo
 
 
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